La pianta della lenticchia (Lens culinaris), appartiene alla famiglia delle Leguminose ed i suoi frutti, noti come lenticchie, sono dei semi rotondi ed appiattiti ricchi di proteine e ferro. Questo particolare tipo di legumi, è apprezzatissimo in territorio euro-asiatico, tanto da entrare a far parte delle tradizioni culinarie di vari popoli, dalle cerimonie tradizionali del lutto tipiche della cultura ebraica passando per i tradizionali festeggiamenti di Capodanno della nostra Penisola.
Essendo una delle prime specie domesticate, nel corso dei secoli la pianta ha subito infinite mutazioni, alcune, grazie alle loro peculiarità hanno raggiunto una grande notorietà, dalla variante verde di Puy (Francia) a quelle nere e lucide come il caviale Beluga (da cui prendono il nome), senza mai dimenticare le lenticchie di Ustica (le più piccole d’Italia) e le speciali lenticchie di Castelluccio IGP. Quest’ultima variante, apprezzatissima in Italia e non solo, ha origini antichissime, tanto da risalire alle origini della civiltà umbra. Ancora oggi, nonostante l’innovazione in ambito agricolo, vengono utilizzati gli stessi metodi di coltivazione, i quali grazie alle rigide condizioni climatiche delle zone in cui cresce (la coltivazione avviene attorno ai 1.500 metri di altezza), non viene trattato per la conservazione, in quanto non attaccata dal tonchio, peculiare insetto le cui larve si nutrono prevalentemente di legumi.
Ma cosa rende unica questa variante? Partiamo dalla famosa fioritura nei piani di Castelluccio, un evento naturale che ogni estate porta persone da tutta Italia ad assistere al miracolo di Madre Natura, tra colori e profumi. Un altro aspetto peculiare di questa varietà di lenticchia riguarda proprio la colorazione. Infatti, i semi della pianta (abbastanza piccoli e dotati di una buccia molto fine), variano dal verde al marroncino chiaro, assumendo in alcuni casi una “livrea” tigrata.
Tutte le peculiarità della Lenticchia di Castelluccio di Norcia, la rendono una delle varietà più pregiate di questo legume, tanto da ottenere il riconoscimento europeo IGP (Indicazione Geografica Protetta). Le stesse, si riversano sul piatto quando andiamo a cucinare questo legume dal sapore incredibile. Infatti, grazie ai ridotti tempi di cottura (non superiore ai 30 minuti) e alla tenuta della stessa, con la variante in questione è possibile realizzare delle gustosissime zuppe, anche se l’abbinamento ideale è quello con i salumi tipici e gli insaccati della tradizione umbra.